mercoledì 26 ottobre 2016

Olio di palma



Sono sempre più numerose le occasioni che mi fanno capire quanto i signori della comunicazione ci ritengano, a ragione, facilmente influenzabili. Sanno che con la loro attività possono pilotare una buona parte dell'opinione pubblica. Lo dico con paura e rammarico perché ogni volta che ciò accade significa che viene persa una occasione per mettere in uso il buon senso.

Uno dei casi più clamorosi di connubio tra mass media e politica fu in occasione del referendum sull'energia nucleare. Non è mia intenzione giudicare il risultato di quel referendum, ma è certo che la sua proclamazione a così breve tempo dall'incidente alla centrale di Caorso, unita ad un battage mediatico senza precedenti, incise pesantemente sugli esiti del consulto.

Lo stesso potremmo dire del martellamento mediatico del 2008. Dopo che la notizia della bancarotta Lehman Brothers arrivò da noi, non passò giorno senza che i giornali e le emittenti buttassero una buona dose di benzina sul fuoco spettrale di una crisi. Probabilmente sarebbe stata una crisi finanziaria limitata agli Stati Uniti che, in tempo di poco, si sarebbero rimessi in piedi. Invece no. I nostri mass media hanno ogni giorno seminato una paura ingiustificata nei risparmiatori paventando una crisi che non era nostra. I risparmiatori hanno iniziato a seguire i loro timori e poi venduto i titoli azionari, la borsa è andata giù, la gente ha smesso di spendere per paura della crisi, e la crisi è poi arrivata davvero, creata soltanto dalla paura che arrivasse.

E' dunque questo un aspetto che non dobbiamo sottovalutare. Se è vero che il web fornisce a chiunque la possibilità di esprimere le proprie opinioni grazie ai social network e hai blog (come questo), è anche vero che il Quinto Potere è più che mai attivo e molto più influente sulla massa delle persone. Sono due aspetti posti su fronti opposti. Il primo ci da voce (per chi ci vuol ascoltare), il secondo si fa ascoltare (anche da chi non vuole...).

Vediamo quanto può essere importante ed influente la pubblicità in TV. Importante perché ci comunica la disponibilità di nuovi prodotti, di nuove tecniche, di nuove offerte... Influente perché ci sono persone che vanno ad acquistare un certo prodotto solo per averlo visto in televisione". E qui si sprecano i colori dei panni lavati, le voci suadenti dei profumi (ma perché un profumo italiano, proposto su una emittente italiana, trasmesso in Italia, deve sempre essere reclamizzato da voci cavernose, in inglese o francese?!). Non pensiate che siano casi rari. La televisione è dei mezzi più importanti per farci sentire indispensabile il bisogno di cose inutili.

L'impatto mediatico della televisione è impressionante. Quante volte ci dicono che un fatto è vero perché l'hanno sentito in tv... La televisione entra nelle nostre case di prepotenza, obbligatoriamente. Non a caso abbiamo il canone obbligatorio (di fatto) nella bolletta della energia elettrica. Dunque, proprio per la influenza paurosa (e pericolosa) che questo mezzo ha verso tutti noi, occorrerebbe attuare una particolare attenzione su ciò che viene trasmesso. Non sto parlando di censura, per carità, ma di un minimo controllo su una eventuale assenza di buon senso da parte degli inserzionisti.

Oggi stiamo vedendo in tv una serie di spot pubblicitari che sono stati modificati rispetto a alcuni mesi fa. Non sono grandi variazioni. Lo spot è sostanzialmente lo stesso, MA nei fotogrammi appare un fumetto "senza olio di palma".

E qui inizia la mia scarsa considerazione sul libero arbitrio degli italiani. Se il reparto marketing dell'industria dolciaria, per adesso limitata ai prodotti da forno, manda un messaggio di questo genere significa che ritiene importante far intendere agli Italiani che l'olio di palma è pericoloso per la salute MA il loro prodotto è "sano" perché non lo contiene.

Peccato che questa "pericolosità" sia vera anche se vengono usate altre materie grasse, come l'olio di semi di girasole, o di arachidi, o la margarina, o il burro. Il pericolo, infatti, non riguarda il tipo di materia bensì il suo corretto utilizzo.

Invece negli ultimi mesi stiamo assistendo ad una vera e propria crociata contro l'olio di palma. Come avrebbe detto Giulio Andreotti, a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. E allora viene il dubbio che ci sia una lobby interessata a screditare questo prodotto a vantaggio di altre materie. O forse è una lotta cieca contro qualche multinazionale alimentare...

Resta il fatto che, per quanto riguarda l'olio di palma, viene indirettamente pubblicizzata una falsità, spacciandola per notizia medica, salutista, etnica, o scandalistica, a seconda di chi la propaga.

Ma si sa, fa più notizia uno scandalo (vero o falso che sia) che una smentita. Una situazione di prospettato pericolo ha sempre una eco notevole, ed è giusto che sia così, purché sia un reale pericolo, e che vengano anche esposti i dettagli di quanto si afferma.

Informatevi e... meditate gente, meditate.